Armi d’Istruzione di Massa

Edith Bruck svela i suoi sentimenti, quando sa riconoscere l’umanità del nemico e il razzismo del fratello, quando sa di non saper giudicare la sua Kapò e non la denuncia o quando con la sorella divide il pane con i soldati fascisti e li aiutano a rientrare a casa, perché incapaci di odiare. Edith Bruck non è solo una preziosa testimone del passato, è l’esempio di quali devono essere i sentimenti che possono dare un futuro alle genti, di qualunque Paese e di qualsivoglia latitudine. “La tentazione dell’oblio.11152: la Resistenza di Edith Bruck” è privo di qualsiasi retorica, e sorprende per la sua semplicità e la profondità del pensiero.
Deportato politico a 17 anni a Mauthausen e ad Ebensee, al suo rientro contribuì, ancora minorenne per le leggi dell’epoca, a fondare l’Aned, e cominciò quasi subito a cercare i suoi “Compagni di Viaggio”, quelli che erano stati portati con lui su un carro bestiame al campo di concentramento. Ma non i fermò lì, di trasporto in trasporto, ha ricostruito tutti i trasporti dall’Italia ai campi di sterminio tedeschi, con un’opera bibliografica che ancora oggi resta unica e insostituibile per ricostruire il destino, spesso tragico, dei deportati.
Marcello Martini è stato il più giovane deportato politico sopravvissuto ai campi di sterminio. La sua storia ce l’ha raccontata lui, ma noi abbiamo voluto integrarla con il commento di chi con lui ha vissuto una vita, la moglie Mariella Meucci e la figlia Alessandra, che di lui ricordano quello che diceva sempre ai giovani: non seguite il branco, ma imparate a ragionare con la vostra testa.
La vera storia di Lidia Maksymowicz comincia da lontano, da quando nel dicembre del 2018 al Galicia Jewish Museum di Cracovia la nostra guida e interprete Renata Rychlik ci fa conoscere Lidia Maksymowicz, una signora allora 78enne, una delle ultime bambine uscite vive dalla baracca frequentata dal dottor Mengele ad Auschwitz-Birkenau. Noi eravamo alla ricerca di testimonianze dirette per preparare una guida ai nostri progetti per le scuole volti a far diventare gli studenti “detective della storia”. Storie di uomini e donne che hanno dovuto imparare a convivere con quel che ti lascia dentro, per sempre, l’esperienza terribile dei campi di sterminio. E finchè Lidia ci ha raccontato la sua esperienza nel campo, dove è stata internata per 13 mesi quando aveva solo 3 anni, e i suoi primi anni di bambina libera ci luccicavano gli occhi, ma la sua sembrava una vicenda come altre che avevamo già sentito. Ma da un certo punto in poi la sua storia è diventata unica, irripetibile, straordinaria non solo per le vicende che l’hanno caratterizzata, ma anche e soprattutto per la lucida analisi e le riflessioni che proprio Lidia fa della sua vita, così crude e al tempo stesso serene, e con un comune denominatore: nessun sentimento di odio o di rivalsa. In questa versione rivista e aggiornata del docufilm, che nella sua versione originaria è fruibile sulla piattaforma Raiplay, anche gli incontri con Papa Francesco in piazza San Pietro e con Fabio Fazio alla trasmissione televisiva Che Tempo Che Fa.